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October 27, 2006

Terzomondismo 

(Un altro articolo copia&incolla, per dimostrarvi che sono ancora in circolazione)

Qualche settimana fa ho dato un’occhiata al giornale anarchico Umanità Nova (che viene regolarmente distribuito nel mio paese da un anarchico del posto) e ci ho trovato una lunga tirata sullo sviluppo del terzo mondo o qualcosa del genere. Non ho lo stomaco per leggere questa tirate da capo a piedi, ma mi è rimasta impressa una frase nella quale, in sostanza, si lamenta il fatto che i nuovi ricchi (o quantomeno borghesi) dei paesi parzialmente sviluppati vogliano comprare automobili e telefoni cellulari, che vengono definiti bisogni indotti dall’Occidente.

In altre parole, cinesi, indiani, pakistani e tailandesi vogliono spostarsi da un punto all’altro? Che lo facciano col risciò, a dorso di elefante o di mulo, ma mai con le dannate automobili. Cinesi, indiani, pakistani e tailandesi sentono il bisogno di comunicare a distanza? Che lo facciano con i piccioni viaggiatori od i messaggeri a piedi, ma iddio li scampi e liberi dalle diavolerie dell’uomo bianco!

Qualche tempo dopo, vedo su RaiTre (sorpresa, eh?) un documentario sul Congo, nel quale un padre salesiano racconta di come i poveri minatori del posto vengano indotti a massacrarsi a vicenda dalle malefiche multinazionali elettroniche avide di tantalio. Per inciso, a parte Motorola ed Intel (che sì sono grossi nomi) la maggior parte dei produttori di dispositivi elettronici si trovano in Giappone, Corea e Cina/Taiwan. Dove le persone non sono esattamente bianche.

Ora, non sono certo così ingenuo da credere che le multinazionali siano innocenti come bambini, ma c’è qualcosa che non mi torna. Perché, per esempio, i viticoltori toscani non si fanno la guerra fra di loro, quando il mercato dei vini pregiati si misura in svariati milioni di Euro? Possibile che i congolesi stessi siano completamente innocenti, e non ci mettano almeno un pochino del loro per arrivare ad uno stato di conflitto armato permanente?

Senza poter fare esempi specifici, perché le ipotesi di complotto coinvolgono sempre americani ed ebrei (tutti bianchi)? Gli arabi od i cinesi vengono ritenuti automaticamente innocenti.

La conclusione a cui arrivo è che in realtà sinistra e cattocomunisti hanno un’opinione molto bassa degli abitanti del terzo mondo. Sono contenti lasciarli nell’arretratezza, fuori dallo sviluppo tecnologico, pur di non far contaminare le loro culture da memi occidentali. Li considerano, in fondo, esseri semplici ed ingenui – buoni selvaggi. Che non sono degni di avere tecnologia avanzata perché non la capiscono; che non complottano perché non ne hanno le facoltà intellettuali; che a volte (o spesso) si comportano da barbari perché non sono in grado di fare scelte etiche. Non li possiamo condannare moralmente per le loro atrocità così come non possiamo condannare un cane che attacca chi entra nel suo territorio.

Altro esempio, le recenti polemiche su quei soldati tedeschi che in Afghanistan hanno trovato del macabro divertimento giocherellando con teschi umani. Pioggia di strali e condanne, non dico ingiustificate. Ma quando i palestinesi fanno le loro esposizioni di resti umani, da sinistra sento solo silenzio. Che sembra sottintendere: “Ma cos’altro vi aspettate da quei selvaggi?”.

Per finire, un’altra storia in parte collegata che mi fa venire voglia di prendere un tronco a colpi di scure. A Torino c’è il Salone del Gusto, che espone prodotti tipici da molte nazioni del mondo. Tutto bene verrebbe da dire, visto che io sono un grande estimatore dei cibi tipici e di qualità da dovunque vengano. Invece no, perché ci si è messo di mezzo il movimento Slow Food a condire il tutto con abbondanti dosi di ideologia, blaterando ad ogni minuto di “giustizia sociale” e menate varie. Per ripicca, vorrei andare a mangiare al McDonald più vicino, e chiedere esplicitamente di avere prodotti da agricoltura ed allevamenti intensivi, dove i lavoratori siano rigorosamente sfruttati. Questo è l’effetto che mi fa chi mi vuole imporre la sua moralità, specialmente in un campo che dovrebbe restare neutro.

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October 12, 2006

This is Still a Test 

Hey lads & gals, missed me? Yeah, an awful lot I see.

Things are OK here in Italy; weather is unusually warm for October and mushrooms are sprouting in the wood up my mountains. Life in Parma is quite good, but the kind and amount of bureaucracy I had to face is staggering. The Patriot Act? It's nothing compared to the stuff I had to go through here. Next time I chat up a girl, I'll tell her my codice fiscale - a sort of social security/national insurance number...

I'll be back.

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