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April 26, 2004

Ostaggi Italiani 2: La sovranitá non é in vendita 

Nuovi preoccupanti sviluppi della situazione degli ostaggi italiani in Iraq: i loro sequestratori chiedono che il popolo italiano manifesti la propria opposizione alla guerra ed al governo:

Nella dichiarazione del gruppo, riportata da Al Arabiya, si afferma: "Noi vi diciamo che daremo prova di buona fede e che li libereremo se voi (italiani, ndr.) mostrerete di simpatizzare con la nostra causa, darete prova di solidarietà con noi e respingerete pubblicamente la politica del vostro primo ministro organizzando nella vostra capitale una grande protesta contro la guerra. Vi diamo cinque giorni, passati i quali li uccideremo senza esitazioni e senza ulteriori avvertimenti".

Sembra che dobbiamo rassegnarci al fatto che la sovranitá non appartiene al popolo, ma ad un gruppo di banditi islamisti, o no? NO
Questi vili assassini vogliono modificare radicalmente a loro vantaggio la politica del mio paese, e non hanno nemmeno il coraggio di venire qui di persona, ma lo fanno dai loro covi fetenti in Iraq, con la complicitá degli organi di propaganda islamisti televisioni arabe.
Che si fottano. La vita degli ostaggi potrebbe essere a rischio, ma cedere su questo punto significa mettere all'asta la democrazia italiana, dimostrarsi vili ad un livello innominabile. Siamo di fronte ad una dura prova - una di quelle che ho profetizzato di recente - ed é il momento di dimostrarsi decisi ed inflessibili.

Possiamo forse ringraziare per questo il brillante mediatore Abdul Salam Al-Kubeissi, il quale ha insistito sul fatto che in realtá il popolo italiano non appoggia la guerra in Iraq?

Ma temo che qualche italiano deviante sia giá pronto a sottomettersi a queste richieste - non perché abbiano a cuore il destino degli ostaggi, ma per comunanza ideologica:

In testa al corteo, partito nel primo pomeriggio da piazzale Loreto, un grande striscione con la scritta "Contro la guerra imperialista, no alla repressione dei movimenti". Tra i partecipanti molte bandiere irachene e quelle dello Slai Cobas. Davanti a tutti i giovani un camion con musica anche araba, sul quale è scritto "Intifada fino alla vittoria". Su un altro striscione, dell'Unione democratica arabo-palestinese, si legge: "Contro l'imperialismo e il sionismo, con l'intifada e la resistenza irachena".

Purtroppo per ora i soli segnali di fermezza sembrano provenire dalla Lega Nord, una manica di personaggi che mi stanno poco simpatici.

Ci aspettano tempi interessanti... molto, troppo interessanti.

AGGIORNAMENTO: Come si poteva immaginare, le reazioni della sinistra sono del tipo "Non si cede al ricatto, ma ritiriamo le truppe comunque".

Nebuloso Rutelli:
E il leader della Margherita Francesco Rutelli: "Noi, contrari alla guerra, siamo totalmente contrari a qualunque trattativa con rapitori e terroristi. Il governo continui ad operare con serietà e discrezione per la liberazione degli ostaggi".

Cosa vorrebbe dire questa affermazione? In pubblico si usa la fermezza ma si tratta in segreto?

Particolarmente demenziale quella di Cossutta:
"Gli italiani non devono dare alcuna risposta né accettare alcun ricatto da parte dei rapitori dei nostri connazionali - sottolinea Armando Cossutta, presidente del Pdci - E' all'Italia, agli italiani e a tutta l'opinione pubblica internazionale che dobbiamo dire con chiarezza che bisogna cessare l'occupazione straniera in Iraq. Noi lo chiediamo con la mozione che abbiamo presentato in Parlamento".

Queste belle anime non hanno compreso, evidentemente, che ogni cedimento ora verrebbe interpretato come una vittoria dei terroristi - anche se le intenzioni sono diverse. Guardate cosa é successo in Spagna con gli attentati di Madrid: i terroristi hanno ottenuto l'elezione di Zapatero, ma hanno continuato a minacciare e preparare attentati.

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