<$BlogRSDUrl$>

April 21, 2004

Ostaggi Italiani 

A quanto pare, le trattative per la liberazione degli ostaggi italiani in Iraq procedono a ritmo serrato (e Berlusconi non perde occasione per farne lustro, si direbbe). Le condizioni iniziali poste dai sequestratori - ritiro immediato delle truppe italiane, scuse ufficiali del nostro governo ai mussulmani, e liberazione dei prigionieri iracheni (anche se a quanto pare l'Italia non detiene alcun prigioniero) - sono chiaramente inaccettabili. Inoltre, é chiaro che i rapitori sono buoni esemplari della funesta fantasia ideologica arabo-islamica Ma se la trattativa procede, é chiaro che l'Italia ha fatto qualche altra proposta. Quali proposte?
Questo articolo di Repubblica fornisce qualche indizio:

[...]De Martino ha incontrato l'imam Abdul Salam al Kubeissi, esponente del Consiglio degli ulema sunniti, il religioso che in questi giorni ha mediato con successo la liberazione di numerosi ostaggi.

Il messaggio - attraverso la rete di tremila moschee sunnite - è partito: "Trattate bene gli ostaggi, e quando li rilascerete parleranno bene di noi, del popolo iracheno. Questo ho fatto sapere in giro - dice Al Kubeissi [...]


Parlare bene del popolo iracheno? Indubbiamente in Iraq ci sono molte buone persone, ma mi sembra molto difficile parlare bene di una "Falange Verde di Maometto" che fa del rapimento ed assassinio il suo strumento principale.

Ma andiamo avanti:

Le possibili strade che la diplomazia e l'intelligence italiana hanno davanti, se vogliono provare a salvare gli ostaggi, sono due. Dare un segno di disponibilità su una delle rivendicazioni avanzate di sequestratori, vale a dire per esempio liberare qualche islamico detenuto in Italia. E dare un altro segno di buona volontà venendo in aiuto della popolazione di Falluja, che è in condizioni disperate. Oltre 600 morti, più di mille feriti, ospedali nel caos, scarsi aiuti.[...]

Cioé, si profila una possibilitá di cedimento alle richieste dei terroristi (anche il rapimento puó essere una forma di terrorismo). Quindi se questa volta viene liberato "qualche" islamico, la prossima volta un altro gruppo di sequestratori potrebbe tentare un altro colpo per ottenere la liberazione di altri terroristi.
E guardate cosa viene detto di Falluja: nessuna menzione del fatto che la cittá si trova sotto assedio perché é uno dei maggiori centri di resistenza anti-americana. No, sembra che un giorno i Marines si siano svegliati con la luna storta ed abbiano deciso di rendere la vita impossibile ai pacifici iracheni. Inoltre, nessuno si cura di specificare se questi morti e feriti sono principalmente combattenti oppure civili.

Insomma, secondo gli imam sunniti, tutto si gioca a Falluja: sequestro di ostaggi, disperazione degli abitanti, carenza di missioni umanitarie. "Quello dei rapimenti - dice al Kubeissi - è un fenomeno nuovo per l'Iraq, che sembra essere legato alla battaglia di Falluja e finirà con la fine dei combattimenti in città"[...]

Ecco, sempre la solita storia: il succo di questa affermazione é "Se noi vi attacchiamo, voi non dovete reagire altrimenti ci farete arrabbiare ancora di piú" ed useremo qualche vile e barbaro sistema per estorcere concessioni, visto che le nostre capacitá militari sul campo sono pressoché ridicole...

Si parla anche di un riscatto:

[...] Contatti e voci di riscatti che, in qualche modo, vengono confernate anche Babara Contini, governatrice di Nassirya: "Per la liberazione degli italiani la via è pagare? Pagano tutti. Lo si fa da secoli e secoli". Una via che Antonella Agliana sposa decisamente: "Se fosse così andrebbe benissimo".[...]

Si, un riscatto sarebbe una vittoria per noi, ed 1/3 di vittoria per i sequestratori: risultato accettabile.
Non é invece accettabile un cedimento sulle condizioni politiche richieste dai terroristi.

Al-Jazira ha deciso di non trasmettere il video dell'esecuzione di Fabrizio Quattrocchi - per rispetto alle famiglie, secondo loro. Ma dalla descrizione del filmato, io mi sono fatto un'idea diversa:

[...]Le braccia sono piegate in avanti, strette ai polsi da quella che sembra una corda. È la postura dell'umiliazione. Che costringe a piegare collo e schiena e che Fabrizio Quattrocchi raddrizza con parole distinte, pronunciate ad alta voce, capaci di bucare il sudario bianco e nero che ne avvolge la testa. "Ti faccio vedere come muore un italiano", dice. Deve intuire la presenza del suo assassino di fronte a sé.

E deve aver deciso di sfidarlo. Racconta Imad El Atrache: "Subito dopo aver pronunciato quelle parole, l'immagine mostra Quattrocchi sollevare entrambi i polsi in direzione del volto. Come se volesse sollevare un lembo della kefia che lo rende cieco...". È un movimento repentino, quasi istintivo, accompagnato da una richiesta di chi ritiene che almeno quest'ultimo gesto gli verrà concesso: "Posso?....". Ed è ora che gli viene data la morte. [...]

Imad El Atrache è come svuotato. Il suo racconto lo ha riprecipitato nell'orrore di una notte che non dimenticherà. Nell'abisso di silenzio in cui, mercoledì sera, è sprofondata la sala di montaggio dove sono corsi gli ultimi 47 secondi di vita di un essere umano. "Non abbiamo avuto nessun dubbio - dice ora - a dirci che no, non potevamo. Perché quelle immagini documentavano qualcosa che Al Jazeera non ha mai volutamente mostrato: l'esecuzione di chi, al di là di ogni considerazione che può essere fatta, è e resta innanzitutto un essere umano... ".


E' proprio questo che non hanno voluto mostrare: un infedele come essere umano, che ha il coraggio di sfidare i suoi assassini. Infatti, la barbarie islamista per funzionare bene deve disumanizzare i suoi nemici, considerarli come carne da macello. Inoltre, un infedele che mostri coraggio davanti ai suoi assassini é pressoché intollerabile.

Comments:

Post a Comment

This page is powered by Blogger. Isn't yours?