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June 08, 2004

Italiani liberi 

Fianlmente, oggi 8 Giugno i tre ostaggi italiani rimasti in Iraq dopo l'esecuzione di Fabrizio Quattrocchi sono stati liberati. Non dalla parata di Gino Strada - che tra parentesi mi sta cedendo sempre più in basso: sarebbe meglio se tornasse a fare il medico di emergenza, invece che il demagogo.

Invece, i miei concittadini sono stati liberati da un'operazione delle forze speciali USA, probabilmente insieme a militari polacchi. L'operazione, almeno stando alle dichiarazioni del Ministro della Difesa Martino, è stata preparata ed eseguita in stretta collaborazione con il Governo ed i Servizi Segreti italiani:

Il ruolo dei servizi segreti italiani è invece sottolineato dal ministro della Difesa Antonio Martino. Una nota del dicastero afferma infatti che "Martino ha fatto pervenire al direttore del Sismi, il generale di corpo d'armata Niccolò Pollari, il suo vivissimo apprezzamento per l'essenziale attività svolta dal Servizio". "Ne ha altresì rimarcato - recita il comunicato - pur nel rispetto del dovuto riserbo sulle dinamiche dell'operazione, il fondamentale contributo per il positivo esito dell'intera vicenda e dell'azione conclusiva, che è stata una operazione congiunta, concordata con le forze delle coalizione".

Il generale Sanchez, invece, ha fornito ben pochi dettagli - in sostanza si è limitato a dire che l'operazione c'è stata - e non ci sono state trattative, gli ostaggi (un polacco oltre i tre italiani) stanno bene, alcuni dei rapitori sono stati catturati, e tutto questo senza scontri a fuoco. Questa versione dei fatti comunque non contraddice quella di Martino.

Agliana, Cupertino e Stefio sono apparentemente in buone condizioni psico-fisiche, ed i loro rapitori li hanno tenuti all'oscuro dell'esecuzione di Quattrocchi.

Fonti dello stesso SISMI fanno luce sugli aspetti operativi:

Sul versante più strettamente investigativo, invece, gli 007 italiani si sono comportati come un poliziotto sulle tracce degli autori di un rapimento, ma su un terreno più infido e insidioso, quello iracheno. Dunque: moderne tecnologie, intercettazioni via satellite, e vecchie tecniche d'indagine, gli appostamenti e gli inseguimenti. I servizi di osservazione, poi, hanno dato un'indicazione fondamentale per l'individuazione del covo. Subito attivati, hanno confermato che l'obiettivo era quello giusto: il momento opportuno per il blitz è arrivato poche ore dopo, quando sul posto c'erano le Forze speciali americane e quelle polacche.

Questi fatti sono anche confermati indirettamente dallo stesso Strada:

Strada, in Iraq si è sentito al centro di "attenzioni" particolari?
"L'Iraq è invaso da mercenari di vari servizi sicurezza privati, spie, forze militari irregolari che giocano, in qualche modo, un ruolo di intelligence".

Anche i servizi italiani?
"Mah, non so. A me solo l'idea che ci sia un servizio segreto non piace. Ma per quanto riguarda la liberazione degli ostaggi, noi abbiamo pensato che, avendo stabilito dei canali precisi, un nostro allontanamento dalla zona potesse favorire questo processo, accorciando i tempi. Meglio rientrare, ora: per non essere visibili e seguiti in loco".


Meglio non commentare affermazioni come "mercenari di vari servizi sicurezza privati, spie, forze militari irregolari" e "A me solo l'idea che ci sia un servizio segreto non piace.", perché mi sale la rabbia... paer non parlare dei "canali precisi": si vede quanto sono stati efficaci, eh? Comunque, è chiaro che c'era un'intensa attività di spionaggio intorno alla vicenda - e spero bene, che l'Italia usi i suoi servizi segreti per salvare degli italiani in una situazione difficile.

Un lavoro da servizi segreti di prima classe. Bene. Naturalmente, in questi casi è necessario entrare in contatto con persone che normalmente uno preferirebbe evitare:

gli uomini dell'intelligence hanno avvicinato almeno due personaggi centrali, con lo stesso cognome, ma diversi tra loro: Abdel Salam Al Kubaisi, autorevole membro del consiglio degli Ulema, punto di riferimento per la diplomazia ufficiale e per le organizzazioni umanitarie per la liberazione degli ostaggi, e Jabbar al Kubaisi, leader della Resistenza Patriottica Irachena, ex esponente del partito Baath e poi oppositore di Saddam, vicino agli ambienti antimperialisti italiani, irreperibile da alcuni giorni.

Questi e altri personaggi sono serviti per stabilire i primi contatti, tutti mediati e mai diretti, con i sequestratori. Gli esecutori del rapimento, e quelli che hanno ucciso Fabrizio Quattrocchi, erano "molto probabilmente" ex 007 di Saddam ed ex baathisti.


Nemmeno l'ombra di "combattenti per la libertà" e "resistenza spontanea", qui. Invece, sinistre circostanze si intravedono all'orizzonte: "Jabbar al Kubaisi, leader della Resistenza Patriottica Irachena, ex esponente del partito Baath e poi oppositore di Saddam, vicino agli ambienti antimperialisti italiani"
Ed ancora:

A questi "si è poi sovrapposto un livello politico, che ha cercato di condizionare la stessa politica italiana, con i video ad orologeria e le 'imbeccate' di chi conosce molto bene la nostra realtà e la lingua.

I casi sono due: nel rapimento è stato coinvolto un (o più di uno) iracheno che ha avuto contatti profondi con l'Italia, e probabilmente ha vissuto lì per un certo tempo, così da conoscere bene il mio paese e conoscerne i "punti di pressione".
La seconda eventualità, più inquietante, è che nella vicenda siano stati coinvolti uno o più italiani, vili traditori che hanno contribuito al rapimento di altri italiani per fini politici. Questa teoria non è poi tanto fantasiosa: mesi fa un gruppo della sinistra... non trovo le parole; l'unica che mi viene in mente è Un gruppo di idioti di "sinistra"... ha organizzato una raccolta di fondi per armare la "resistenza" irachena, e Nadia Lioce ha scritto un delirante panegirico inteso a glorificare i fanatici islamisti i guerriglieri iracheni.

Ulteriori investigazioni su questa vicenda potrebbero svelare sorprese interessanti.
Restate in ascolto.

Azz, è notte fonda, sono stanco... l'ultima parte dell'articolo non è un granché... meglio che vada a dormire.


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