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September 11, 2004

La scoperta di Bertinotti 

Bertinotti, il segretario di Rifondazione Comunista, ha fatto una straordinaria scoperta: il terrorismo potrebbe non essere soltanto una reazione all'imperialismo occidentale. Ed ha scoperto pure che il terrorismo é una forma di guerra, una dottrina militare!

Dice Bertinotti che “due questioni vengono in luce”. Una è quella posta da Ingrao (la lotta per la pace non ha avvenire se non si unisce a quella contro il terrorismo). L’altra la riassume così: “Una discussione del terrorismo e dei terrorismi. Nel senso che mi pare avviata nel movimento un dibattito tra chi pensa che il terrorismo sia deterministicamente prodotto da guerra, ingiustizie, povertà. E chi pensa che queste siano concause – ne favoriscono radicamento e crescita, costituiscono una ragione in più contro la guerra – e tuttavia rifiuta la tesi deterministica e pensa che il terrorismo si produca per una soggettività organizzata nella sfera politica”. Spiega ancora Bertinotti: “I terrorismi hanno un progetto: la guerra può determinare la sua crescita, ma il rifiuto del terrorismo non si esaurisce nel rifiuto della guerra. Il terrorismo va indagato come fenomeno specifico, per quanto orribile, della politica. Da qui l’avversione, non solo ai suoi mezzi e all’orrore che semina, ma anche nei confronti dei sui fini e degli obiettivi politici che si pone”. E’ una guerra, il terrorismo? “La discussione terminologica è difficile. In un certo senso lo è, in un altro senso non lo è. Possiamo dire che è una forma di guerra particolare”.

Davvero, "una forma di guerra particolare"? Non mi sarebbe mai venuto in mente! Nessuno ci ha mai pensato prima d'ora.

Il terrorismo é la forma di guerra di chi ha risorse minime e poco o niente territorio sotto il suo controllo. In genere, é la scelta delle popolazioni di paesi occupati ed oppressi - o almeno, di chi si sente cosí. Per mettere in piedi gruppi terroristici bastano pochi mitra e qualche chilo di esplosivo, e gente disposta a rischiare la vita per la "causa". Il terrorismo mira a causare terrore, ma anche soltanto interruzioni e caos nel normale funzionamento della societá del paese occupante. Ció causa malcontento e calo del morale nella popolazione.
Quindi, queste tattiche possono avere un effetto diretto: "Dateci quello che vogliamo, e la smetteremo di rendere la vostra vita difficile", é un tipica richiesta dei terroristi.
In questo il terrorismo si discosta poco dalla guerriglia o dalla guerra "normale" - se non per il fatto che i terroristi mirano direttamente ai non combattenti, spesso.

Ma c'é un secondo piano di azione: l'obbiettivo dei terroristi é quello di causare brutali reazioni alla cieca da parte delle forze nemiche - come assassini di massa, torture eccetera.
Per farla breve, questo é rivolto a far apparire i terroristi come i bravi, che usano violenza perché costretti. Mentre il nemico figura come il cattivo, che uccide indiscriminatamente, distrugge e torture persone innocenti.

La propaganda palestinese é un perfetto esempio di questo: gli israeliani vengono sempre dipinti come malvagi invasori, che uccidono vecchi donne e bambini e violano risoluzioni ONU tentando di sterminare il pacifico popolo palestinese.

Non tutti i gruppi terroristi lavorano allo stesso modo, e spesso un gruppo puó trovarsi a mezza strada fra terrorismo e guerriglia, e talvolta pure attivismo politico.
I combattenti islamici, a mio parere, hanno aggiunto qualcosa di nuovo alla ricetta: il culto del martirio, ed il gusto per la crudeltá fine a sé stessa (gli ostaggi di Beslan sono stati denudati, tenuti senza cibo né acqua, e diversi pure stuprati. Che motivo c'era di farlo?).

"Terrorista" é diventato una sorta di epiteto per i super-cattivi, ma mentre spesso il terrorismo é stato usato per raggiungere obbiettivi disprezzabili, ci sono casi in cui il terrorismo ha assitito una buona causa: mi vengono in mente la resistenza ai nazisti in Europa e la lotta di liberazione dell'Irlanda.

Molte persone provano ripulsione all'idea che colpire deliberatamente i "civili" sia un comportamento legittimo. Tuttavia, nelle moderne societá industriali, i civili contribuscono (piú o meno direttamente) alla forza economica e militare di uno stato.
Quindi anche i non combattenti possono divenire un bersaglio legittimo. Questo non significa che lo debbano essere per forza, comunque.

Quando i terroristi islamici uccidono civili, quindi, riescono soltanto ad aggiungere disprezzo alla rabbia. Io li voglio sconfiggere perché la loro intenzione é quella di distruggere la mia societá, libera ed aperta seppure imperfetta, per sostituirla con una teocrazia oscurantista. Se poi gli islamisti usano terrorismo, o guerriglia, o guerra aperta, non cambia molto le cose.

Come si puó reagire al terrorismo? E' molto difficle farlo in modo efficace.
Pesanti rappresaglie non sono molto utili - anzi fanno il gioco dei terroristi.
Una soluzione radicale é quella di sterminare la popolazione dalla quale i terroristi provengono. Ma questo é male.

Tuttavia, il terrorismo islamico differisce da quello classico nel senso che gli islamisti lo stanno usando come strategia offensiva. Mentre guerriglia e terrorismo sono nate come dottrine difensive. Nel caso classico, concedere quello che i terroristi, oppure la popolazione dalla quale provengono vuole, significa perdere. A volte peró concessioni limitate sono sufficienti ad accontentare la popolazione, per cui i movimenti terroristici tendono a diventare sempre piú isolati ed irrilevanti, come nal caso dei Paesi Baschi (questo accade quando entrambe le parti sono disposte a negoziare).

Nel caso della guerra all'islam radicale, non c'é possibilitá di negoziare. Ma c'é un'altra via, ovvero portare democrazia, libertá e prosperitá ai paesi arabi ed islamici.
La vera causa della guerra risiede nel totale fallimento della cultura arabo-islamica. Noi infedeli abbiamo avuto un successo strepitoso, siamo ricchi e grassi e potenti, e la nostra cultura peccaminosa domina. Mentre i devoti mussulmani, che secondo i loro testi sacri dovrebbero dominare tutto il mondo perché Allah questo vuole, sono ancora ridotti a tirare a campare nei loro deserti, poveri e deboli. Gli arabi percepiscono questa situazione, ma troppo volte i loro leaders e capi religiosi li hanno convinti che la responsabilitá sia degli infedeli, e piú di tutti degli ebrei. Invece, troppo Islam é la causa di questo fallimento, ed il rimedio é piú libertá

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