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December 05, 2004

Geopolitica Medio-Orientale 

Dopo la morte di Arafat, i palestinesi si stanno avviando verso le nuove elezioni generali.
L'atmosfera di queste elezioni ha elementi di farsa, se non fosse che molte vite umane sono in gioco: Barghouti che si candida dal carcere dove sta scontando l'ergastolo per terrorismo; Abu Mazen che riceve l'appoggio dei terroristi di al-Fatah; Hamas & co. che prima dichiarano di essere disponibili ad una tregua, poi non la rispettano ed infine fanno sapere che non ci sará mai alcuna tregua finche Israele continua ad esistere (come se non lo sapessimo giá).

Comunque vadano le elezioni, non credo che la situazione cambierá di molto: se nessuno dei leaders palestinesi ha fatto pressoché nulla di serio per la pace negli ultimi 10 anni, quali probabilitá ci sono che lo faccia a partire dal prossimo anno? Quasi zero.
Non credo nemmeno che Israele si possa trovare in una posizione ancora peggiore, se vincono gli estremisti: il fattore limitante per gli attacchi palestinesi non e una mancanza di volontá di uccidere e distruggere, ma la logistica. I terroristi palestinesi hanno una logistica assolutamente orribile, e sono ridotti a combattere con pochi armi ed esplosivi introdotti con grande fatica e spesa attraverso tunnel ed altre vie coperte. In questo scenario, i terroristi suicidi sono un modo per usare le poche risorse nel modo piú efficace.

Israele peró sta costruendo la barriera difensiva, e mantiene una costante ed attenta vigilanza, che riesce ad evitare attacchi quasi ogni giorno. Negli ultimi mesi, soltanto pochi attacchi suicidi sono andati a segno, mentre prima della costruzione della barriera, la situazione era molto peggiore. I palestinesi fanno fuoco al di lá della barriera con mortai e razzi Qassam, ma questi sono metodi molto poco efficaci di usare le loro risorse: le centinaia di bombe da mortaio e razzi sparati insieme hanno fatto forse tante vittime quanto un singolo attacco suicida, ma un razzo Qassam richiede piú tempo e materiale per essere prodotto. E la IDF é molto attiva nel localizzare e distruggere le fabbriche di queste armi. Ora, se i palestinesi potessero costruire e lanciare decine di Qassam - o anche peggio, procurarsi dei razzi pesanti tipo Katiusha - al giorno per settimane di fila, la situazione sarebbe ben diversa. Ma ai ritmi attuali, i razzi Qassam sono poco piú di un fastidio per Israele - al livello strategico e politico, putroppo non al livello di chi ha un familiare ucciso. E non vedo come sia possibile trasportare centinaia di chili di esplosivo ed altro materiale (per non parlare di lunghe e pesanti Katiushe complete) ogni settimana, attraverso stretti ed instabili tunnel continuamente chiusi dalla IDF.

Penso che l'unica soluzione del problema, a breve e medio termine, sia che Israele si ritiri all'interno di confini ben difendibili ed eventualmente fortificati. Purtroppo insediamenti e parti di territorio che sono costate lacrime e sangue dovranno essere abbandonati, ma per il bene dell'intero Israele. Ed una volta completata la separazione, i palestinesi devono restare a bollire nel loro brodo, che probabilmente sará guerra civile e totale rovina socio-economica. E' brutale, ma io penso che i palestinesi debbano camminare tutta la loro via crucis, realizzare la loro sconfitta, soffrire finché non saranno totalmente esausti e nauseati dalla lotta armata, ed abbandonare la loro perversa ideologia di antisemitismo ed esaltazione del terrorismo suicida. A quel punto, potranno finalmente accettare sinceramente Israele e raggiungere una vera pace.

Israele non ha alcun obbligo di aiutare od essere gentile verso i palestinesi: sono suoi nemici giurati, e nessuno é tenuto a prendersi cura dei propri nemici. Non é nemmeno seriamente praticabile la distinzione fra palestinesi bravi e cattivi moderati ed estremisti; sono tutti sulla stessa barca, che gli piaccia o meno.

Aggiornamento 06/12: Diamo credito a chi lo ha. Steven DenBeste ha giá trattato diffusamente l'argomento Israele-Palestinesi. Questo mio articolo é fortemente ispirato da quelli.

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