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December 10, 2005

Problemi e Soluzioni 

E' curioso, la mia ispirazione per il preventivato progetto di ampio respiro sul cambiamento climatico si è completamente prosciugata. Comunque, qualcosa da scrivere ce l'ho - e non strettamente a proposito del Protocollo di Kyoto.


Come si risolve un problema? C'è un certo numero di passi da compiere.

1) Ammettere/riconoscere che il problema esiste.
Sembra ovvio e banale, ma la difficoltà sta nel fatto che spesso il problema non è immediatamente evidente - senza contare poi le differenze sulla scala spaziale e temporale (locale contro globale, breve-termine contro lungo-termine).

2) Analizzare il problema per determinarne meccanismi, cause ed effetti.
Questo è probabilmente il passo più difficile. Richiede molto tempo e risorse da applicare alla ricerca scientifica: una certa industria petrolchimica ha impiegato quasi 15 anni a stabilire i meccanismi e la cinetica di certe reazioni parassite che causavano perdite di prodotto (stirene). Quando si ha a che fare con un sistema così complesso e poco conosciuto come il clima globale, l'analisi diventa incredibilmente difficile - ed è probabile che qualcuno rimanga sempre insoddisfatto delle conclusioni raggiunte. In particolare, i modelli matematici usati per predire l'andamento del clima sono poco soddisfacenti: lo IPCC prevede un aumento di temperatura da 1.4 a 5.8 °C; lo NCAR invece prevede da 1.7 a 4.9 °C. Ora, è parere piuttosto comune che un aumento di temperatura fino a due gradi non costituirebbe un reale problema. Si, potrebbe causare l'estinzione di qualche lichene della Tundra artica, e allora?

3) Proporre una lista di soluzioni elencandone costi e benefici.
A partire dal fatto che nessuna soluzione può avere solo benefici, ma c'è sempre un prezzo da pagare. Tentare di eliminare o ridurre la frazione di cambiamento climatico dovuta alla attività umane è una strategia; un'altra è adattarsi a questo cambiamento. E' meglio ridurre il consumo di combustibili fossili, oppure stoccare sequestrare la CO2 così prodotta? E' peggio dover smaltire le scorie dei reattori nucleari, oppure avere una crescente concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera? Però mi è capitato solo di rado di vedere la discussione messa in questi termini.

4) Scegliere la soluzione preferita
Mentre i punti precedenti sono eminentemente scientifici (o almeno dovrebbero esserli) questo quarto punto è principalmente politico. La scelta di cosa preferire fra tenore di vita e conservazione dell'ambiente spetta in ultima analisi al popolo. Tuttavia, ci sono grossi problemi di ignoranza e cattiva informazione. Il primo punto da considerare è che l'enorme miglioramento delle condizioni di vita negli ultimi 2-3 secoli è una diretta conseguenza dell'economia industriale e capitalistica, che permette di produrre in grande quantità a basso prezzo - energia, e quindi merci e servizi. Senza energia non si fa nulla.
Rallentare od arrestare questo processo significa che i poveri dovranno aspettare ancora più a lungo prima di poter migliorare le loro condizioni - e che i cittadini dei paesi ricchi potrebbero subire un declino delle loro condizioni di vita (come se in Europa non stesse già accadendo).


Nel processo di genesi del Protocollo di Kyoto (una creatura dello UNFCCC) si è arrivati da qualche parte fra i punti 1 e 2, per poi saltare quasi direttamente al punto 4. Ma la cosa non finisce con la logica difettosa: c'è anche una grossa dose di ideologia in questa decisione: l'ideologia internazionalista (l'ONU è un organo internazionalista per definizione) ed in un qualche modo post-marxista, la quale dice che avere paesi ricchi e poveri è una grave ingiustizia. E tutto è legittimo per correggere tale ingiustizia, anche ricorrrere alla redistribuzione forzata della ricchezza. Se nemmeno questo funziona, bisogna per lo meno portare i paesi ricchi (leggi: gli USA) un po' più in basso, in modo che una forma di giustizia sia ristabilita.

I tagli alle missioni di gas serra previsti dal Protocollo di Kyoto produrranno al massimo benefici minimi riguardo al riscaldamento globale, ma riduzioni del PIL fino ad un 2%, come ammette lo stesso IPCC in uno dei suoi rapporti. Queste non sono noccioline; per l'Italia ad esempio un -2% del PIL significherebbe recessione. E se è vero che il PIL non dice tutto, non ci sono dubbi che si tratta di un buon indicatore del tenore di vita.

Come se non bastasse, diversi importanti paesi non fanno parte di Kyoto - o meglio, hanno accettato/ratificato il Protocollo, ma non sono nella lista dell'Annesso 1 - in pratica, non sono tenuti a ridurre le missioni di gas serra. In particolare si tratta di Cina ed India, che nel 2003 stando ai dati forniti dalla BP(pdf) hanno consumato il 10.7% del petrolio nel mondo; il 2.5% del gas naturale (si, questo è poco) ma il 38.2% del carbone. I consumi della Cina poi sono in vertiginoso aumento: dal 2002, +15.2% di carbone, +10.6% di gas, +11.5% di petrolio.

Gli USA fanno sempre la parte del leone con il 25% del petrolio mondiale (+1.9% dal 2002), 24.3% del gas (-4.9%) e 22.3% del carbone (+2.6%), ma a questo ritmo Cina e/o India raggiungeranno presto livelli simili. Anche il Brasile non fa parte dell'Annesso 1, mentre l'Australia non ha proprio ratificato il trattato.

E veniamo quindi al punto che ha istigato tutta questa trattazione: gli USA e Kyoto. Come tutti sanno, gli USA non hanno ratificato il Protocollo. Ma diversamente da quanto molti credono, non è stata una decisione del Presidente Bush. In realtà, è stato il Senato che nel Luglio 1997 ha approvato la Risoluzione Byrd-Hagel, che rifiuta categoricamente di ratificare il Protocollo di Kyoto nella sua forma attuale. In particolare, quello che si chiede è che pure i paesi in via di sviluppo (la Cina di cui sopra, ad esempio) abbiano limiti alle loro emissioni di gas serra. Probabilmente i senatori che hanno proposto questa risoluzione si sono accorti del sottofondo tranzista del Protocollo.

Vedete che roba? Un anti-americano qualsiasi impiega 5 minuti per copiare&incollare una frase che accusa Bush di avere ucciso Kyoto, ed a me tocca spendere ore fra ricercare e scrivere, per spiegare come sono andate davvero le cose.

Comments:


Purtroppo è così, ma graziea te abbiamo dimostrato quanto siano sbagliati gli indottrinamenti sinistrati.

Grazie per l'eccellente lavoro (domani lo inserisco nei 19 punti).

Buona Vita!

Rob

 
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