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June 26, 2006

Giorno Intenso 

Allora, cominciamo con le buone notizie: l'Italia ha battuto l'Australia negli ottavi di finale. Con un rigore al 93' che secondo me c'era, ma non mancherá di suscitare polemiche - anche se gli australiani non mi sembrano inclini a rimuginare e recriminare sui veri o presunti torti subiti per interi lustri, a differenza degli italiani.
La Nazionale ha giocato bene solo a sprazzi, ma ha anche creato occasioni, e nonostante si sia trovata ridotta in dieci, ha tenuto a bada una squadra decisamente coriacea come l'Australia per tutto il secondo tempo. Agli australiani va l'onore delle armi, senza riserve.


Ed ora, le brutte notizie. Il NO si avvia ad ottenere una sicura vittoria nel referendum costituzionale. E' possibile che una parte di chi ha votato NO voglia una riforma ancora piú radicale, ma non mi sembra il caso. Sono convinto che la maggioranza dei votanti (che poi, se vogliamo dire la veritá, 0.53 * 0.61 = 0.32...) voglia realmente mantenere la Costituzione cosí com'é. Come dice Abr:
[...]pigro e opportunistico mini-senso di mini-responsabilità che impera qui a tutti i livelli, da quelli bassi (chemmefrega ammè, Franza o Spagna basta chessemagna etc.etc.) a quelli alti: la concezione che le cose cambino solo calandole dall'alto, grazie alle "avanguardie intellettuali", tipo carboneria o padri costituenti, che solo "dopo" si pongono il fastidioso problema di "fare gli italiani" (responsabilizzarli ascoltandoli e coinvolgendoli unminimo, a 'sta banda d'ignorantoni? Sia mai! Qua da noi le rivoluzioni le fanno i giornalai, vedi Mussolini e Mazzini), educando le masse a un "bene" predeterminato e libresco.
Ed io aggiungo, é la vittoria di quegli italiani che mungono la vacca della collettivitá fino a lasciarla asciutta ed esausta, per poi lamentarsi di quanto poco latte abbiano ottenuto, e di quanto le vacche d'oltralpe, oltremanica e financo oltreatlantico siano piú produttive.

Sono troppo pessimista? Forse, ed acido pure. Ma vedo un futuro molto grigio se non nero; quello che l'Italia (e l'Europa) necessitano é una scossa, un cambiamento radicale della cultura e quindi della societá. Non un conservatorismo ingessato ed obsoleto, che riesce a malapena a modificare dettagli marginali quando la struttura stessa é compromessa dalle fondamenta; che vede il "dialogo" come obbiettivo in sé stesso, quando invece quello che serve é stabilire punti fermi e non negoziabili (come l'identita culturale dell'Occidente).

C'é un altro fattore preoccupante, ovvero che il SI ha vinto in Lombardia e Veneto (ed ha ottenuto percentuali migliori anche in Friuli e Piemonte): questo significa che una specifica area del Paese la voglia di cambiare sistema é grande. Ma di fronte al rifiuto del resto, soprattutto di un Sud che molti vedono come un impedimento, le smanie secessioniste potrebbero riaccendersi, ed anche sfociare in violenza. L'antidoto al secessionismo é l'assetto federale, questo si sa - non la disgregazione nazionale che sta avvenendo in Spagna, ma il concetto di governo dal basso, del popolo per il popolo.

Comments:


Grazie per la citazione. Parole sante.
Riguardo al rischio secessione, tranquilli tutti: indipendentemente da giudizio di merito, ci vorrebbero palle determinazione e coraggio - cosa che nemmeno "i migliori" tra gli italiani (i lombardo veneti) hanno - per intraprendere sul serio quella strada lì (strada assolutamente liberale tra l'altro, vedi storia tra Cekia e Slovacchia).
ciao, Abr

 

Certo, a ripensarci il popolo non fa la rivoluzione per la Volvo od il televisore al plasma. Quello che potrebbe accadere sono vandalismi/aggressioni di stampo leghista, compiute da giovani con una grappa di troppo in corpo. E forse qualche altra azione tipo Serenissimi.

C'é poi l'argomento piú vasto di quando sia legittimo secedere. Negli USA, la Guerra di Secessione ha dimostrato con i fatti che, no, secedere non é consentito - peró il governo federale é molto meno intrusivo. Mentre la via europea sembra quella di consentire la secessione.

Dovrei pensarci meglio, ma il sistema europeo sembra quello della frammentazione, nel quale le strutture dello stato centralista vengono soltanto replicate su scala piú piccola invece che essere sostituite da altre.

 

C'è da temere ora in Italia, purtroppo non si capisce che il collante è il federalismo, i servizi avrebbero più possibilità di essere ottimali, suggerirei anche una sorta di equiparazione perfetta tra sistema sanitario pubblico e privato, in lombardia ha funzionato, la qualità si è alzata.

Bel post.

Tiranno

 
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