August 24, 2006
Meccanica delle Armi
E' facile riscontrare, leggendo un po' di blog ed altre fonti d'informazione, che esiste una paura - quasi fobia - diffusa delle armi da fuoco, in Italia e non solo. Pistole e fucili vengono visti come oggetti malvagi, quasi come se avessero una propria volontá omicida.
Ma come molte fobie, anche questa é in gran parte causata dall'ignoranza, e si puó curare con una migliore educazione ed informazione, su come funzionano le armi da fuoco e come si comportano i proiettili.
Per ridurre lo scopo di un articolo che giá rischia di essere lungo, mi limiteró a trattare delle armi corte (pistole) con cenni ai fucili. Le armi automatiche sono escluse perché consentite solo per uso militare o di polizia.
Giá da diversi decenni tutte le armi da fuoco individuali usano come munizioni cartuccie, costituite da un bossolo di ottone (anche cartone o plastica per i fucili a canna liscia) che contiene l'innesco (o capsula), il propellente ed il proiettile - o proiettili nel caso delle cartuccie a pallini o pallettoni. La parte chiusa del bossolo si chiama fondello; é piú spessa e robusta del resto e porta al centro un foro per ospitare la capsula. Certe munizioni a bassa potenza invece non hanno capsula, ma l'eslosivo primario inserito direttamente in un particolare fondello deformabile; queste vengono definite a percussione anulare e non sono molto diffuse.
La capsula contiene una piccola quantitá di esplosivo sensibile all'urto e frizione: quando l'innesco viene colpito dal percussore, l'esplosivo in esso detona causando la deflagrazione del propellente; i gas ad alta temperatura risultanti da questo processo esercitano una notevole pressione (anche piú di 1000 bar in certi fucili ad alte prestazioni) accelerando il proiettile lungo la canna fino a fargli assumere una velocitá di almeno 200 m/s (che varia molto con il tipo di arma).
Per ovvie ragioni di sicurezza, le cartuccie sono studiate per minimizzare il rischio di esplosione accidentale: é estremamente improbabile che un urto casuale sia abbastanza forte e localizzato da far detonare la capsula; inoltre la scarsa resistenza meccanica del bossolo non consente lo sviluppo di pressioni tali da lanciare il proiettile a velocitá pericolose. L'unico vero rischio si corre se un incendio coinvolge una quantitá rilevante di munizioni.
Ci sono diversi passi da fare prima di arrivare all'urto del percussore. Prima di tutto, la cartuccia deve essere inserita nella canna dell'arma - o meglio, nella sua camera di scoppio. Il percussore é una sorta di spina d'acciaio che viene azionata da un meccanismo detto scatto. Lo scatto consiste a sua volta di diverse parti, la piú evidente il cane. In certi revolver, il percussore fa parte del cane. Quando il cane viene armato, una molla viene deformata immagazzinando energia; tirando il grilletto il cane si libera e viene spinto velocemente dalla molla contro al percussore, che a sua volta colpisce la capsula causando lo sparo.
A parte la sicura manuale, giá da parecchi anni i meccanismi di scatto contengono sicurezze aggiuntive che impediscono al cane di raggiungere il percussore e/o immobilizzano quest'ultimo se il grilletto non é tirato a fondo.
Ci sono diversi modi per armare il cane: per i vecchi fucili a cani esterni, si fa manualmente. Nei revolver il cane viene armato tirando il grilletto, cosí come per le pistole semiautomatiche a doppia azione - le quali si armano anche tirando indietro completamente il carrello (scarrellare). I fucili basculanti (quelli che sono imperniati al centro, diciamo) si riarmano aprendoli a fondo, mentre quelli a ripetizione manuale vengono riarmati facendo scorrere l'otturatore avanti ed indietro - ci sono poi i famosi sistemi a pompa e quello Winchester a leva.
Le armi semiautomatiche usano una parte dell'energia del propellente per espellere il bossolo vuoto, riarmare lo scatto ed inserire un nuovo colpo in camera. Questo puó essere fatto sfruttando il rinculo di canna e/o otturatore (in pressoché tutte le pistole e molti fucili), oppure la pressione dei gas su un opportuno pistone (Kalashnikov, M-16). Tutte le armi semiautomatiche ed automatiche devono essere armate manualmente prima di sparare il primo colpo.
Tutte (che io sappia) le armi che hanno il cane o parte di esso all'esterno possono essere anche armate manovrando il cane direttamente - con il pollice della mano che impugna l'arma, eventualmente. Il dispositivo abbatticane consente di disarmare il cane in sicurezza - mentre tentare di disarmarlo manualmente é sconsigliato.
Ricapitolando, abbiamo stabilito che per sparare un'arma da fuoco deve avere un colpo in canna; quindi é necessario armarla ed infine tirare a fondo il grilletto. Se manca uno solo degli anelli della catena, lo sparo é fisicamente impossibile. La probabilitá di sparo accidentale in caso di urto o simili circostanze é sostanzialmente zero per le armi moderne.
Aggiornamento: Un contributo alla sicurezza viene dal fatto che per tirare il grilletto serve una forza non idifferente (pistole da tiro escluse): per la Beretta 92, circa 4 kg in doppia azione e 1.8 kg in singola azione.
In effetti, la mggior parte degli incidenti avviene per errore umano; perché qualcuno tira il grilletto al momento sbagliato, oppure lascia il cane armato quando non richiesto - e piú tipicamente perché l'arma viene ritenuta scarica quando non la é.
Ecco la ragione della prima regola di sicurezza:
Tutte le armi da fuoco devono essere sempre considerate cariche.
L'arma si puó dire scarica solo dopo avere rimosso tutte le munizioni ed aver controllato che non ci sia un colpo in canna. Le altre regole cardinali sono:
- Sempre identificare il bersaglio, e quello che ci sta dietro ed intorno.
- Mai puntare un'arma verso qualcosa che non si abbia intenzione di distruggere.
- Mettere il dito sul grilletto solo quando l'arma é puntata verso il bersaglio.
La scrupolosa, quasi ossessiva osservanza di queste regole consente di maneggiare armi per anni senza incidenti.
Nelle prossime puntate, si parlerá di traiettorie ed effetti dei proiettili, e di alcuni risvolti psicologici del possesso di armi da fuoco.
Ma come molte fobie, anche questa é in gran parte causata dall'ignoranza, e si puó curare con una migliore educazione ed informazione, su come funzionano le armi da fuoco e come si comportano i proiettili.
Per ridurre lo scopo di un articolo che giá rischia di essere lungo, mi limiteró a trattare delle armi corte (pistole) con cenni ai fucili. Le armi automatiche sono escluse perché consentite solo per uso militare o di polizia.
Giá da diversi decenni tutte le armi da fuoco individuali usano come munizioni cartuccie, costituite da un bossolo di ottone (anche cartone o plastica per i fucili a canna liscia) che contiene l'innesco (o capsula), il propellente ed il proiettile - o proiettili nel caso delle cartuccie a pallini o pallettoni. La parte chiusa del bossolo si chiama fondello; é piú spessa e robusta del resto e porta al centro un foro per ospitare la capsula. Certe munizioni a bassa potenza invece non hanno capsula, ma l'eslosivo primario inserito direttamente in un particolare fondello deformabile; queste vengono definite a percussione anulare e non sono molto diffuse.
La capsula contiene una piccola quantitá di esplosivo sensibile all'urto e frizione: quando l'innesco viene colpito dal percussore, l'esplosivo in esso detona causando la deflagrazione del propellente; i gas ad alta temperatura risultanti da questo processo esercitano una notevole pressione (anche piú di 1000 bar in certi fucili ad alte prestazioni) accelerando il proiettile lungo la canna fino a fargli assumere una velocitá di almeno 200 m/s (che varia molto con il tipo di arma).
Per ovvie ragioni di sicurezza, le cartuccie sono studiate per minimizzare il rischio di esplosione accidentale: é estremamente improbabile che un urto casuale sia abbastanza forte e localizzato da far detonare la capsula; inoltre la scarsa resistenza meccanica del bossolo non consente lo sviluppo di pressioni tali da lanciare il proiettile a velocitá pericolose. L'unico vero rischio si corre se un incendio coinvolge una quantitá rilevante di munizioni.
Ci sono diversi passi da fare prima di arrivare all'urto del percussore. Prima di tutto, la cartuccia deve essere inserita nella canna dell'arma - o meglio, nella sua camera di scoppio. Il percussore é una sorta di spina d'acciaio che viene azionata da un meccanismo detto scatto. Lo scatto consiste a sua volta di diverse parti, la piú evidente il cane. In certi revolver, il percussore fa parte del cane. Quando il cane viene armato, una molla viene deformata immagazzinando energia; tirando il grilletto il cane si libera e viene spinto velocemente dalla molla contro al percussore, che a sua volta colpisce la capsula causando lo sparo.
A parte la sicura manuale, giá da parecchi anni i meccanismi di scatto contengono sicurezze aggiuntive che impediscono al cane di raggiungere il percussore e/o immobilizzano quest'ultimo se il grilletto non é tirato a fondo.
Ci sono diversi modi per armare il cane: per i vecchi fucili a cani esterni, si fa manualmente. Nei revolver il cane viene armato tirando il grilletto, cosí come per le pistole semiautomatiche a doppia azione - le quali si armano anche tirando indietro completamente il carrello (scarrellare). I fucili basculanti (quelli che sono imperniati al centro, diciamo) si riarmano aprendoli a fondo, mentre quelli a ripetizione manuale vengono riarmati facendo scorrere l'otturatore avanti ed indietro - ci sono poi i famosi sistemi a pompa e quello Winchester a leva.
Le armi semiautomatiche usano una parte dell'energia del propellente per espellere il bossolo vuoto, riarmare lo scatto ed inserire un nuovo colpo in camera. Questo puó essere fatto sfruttando il rinculo di canna e/o otturatore (in pressoché tutte le pistole e molti fucili), oppure la pressione dei gas su un opportuno pistone (Kalashnikov, M-16). Tutte le armi semiautomatiche ed automatiche devono essere armate manualmente prima di sparare il primo colpo.
Tutte (che io sappia) le armi che hanno il cane o parte di esso all'esterno possono essere anche armate manovrando il cane direttamente - con il pollice della mano che impugna l'arma, eventualmente. Il dispositivo abbatticane consente di disarmare il cane in sicurezza - mentre tentare di disarmarlo manualmente é sconsigliato.
Ricapitolando, abbiamo stabilito che per sparare un'arma da fuoco deve avere un colpo in canna; quindi é necessario armarla ed infine tirare a fondo il grilletto. Se manca uno solo degli anelli della catena, lo sparo é fisicamente impossibile. La probabilitá di sparo accidentale in caso di urto o simili circostanze é sostanzialmente zero per le armi moderne.
Aggiornamento: Un contributo alla sicurezza viene dal fatto che per tirare il grilletto serve una forza non idifferente (pistole da tiro escluse): per la Beretta 92, circa 4 kg in doppia azione e 1.8 kg in singola azione.
In effetti, la mggior parte degli incidenti avviene per errore umano; perché qualcuno tira il grilletto al momento sbagliato, oppure lascia il cane armato quando non richiesto - e piú tipicamente perché l'arma viene ritenuta scarica quando non la é.
Ecco la ragione della prima regola di sicurezza:
Tutte le armi da fuoco devono essere sempre considerate cariche.
L'arma si puó dire scarica solo dopo avere rimosso tutte le munizioni ed aver controllato che non ci sia un colpo in canna. Le altre regole cardinali sono:
- Sempre identificare il bersaglio, e quello che ci sta dietro ed intorno.
- Mai puntare un'arma verso qualcosa che non si abbia intenzione di distruggere.
- Mettere il dito sul grilletto solo quando l'arma é puntata verso il bersaglio.
La scrupolosa, quasi ossessiva osservanza di queste regole consente di maneggiare armi per anni senza incidenti.
Nelle prossime puntate, si parlerá di traiettorie ed effetti dei proiettili, e di alcuni risvolti psicologici del possesso di armi da fuoco.
Comments:
Che folla! :-)
Lezione interessante ho capito tutto e non ho domande da fare!
Ciao, ogni tanto passo a farti visita :-)
Lezione interessante ho capito tutto e non ho domande da fare!
Ciao, ogni tanto passo a farti visita :-)
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