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January 19, 2006

Lei Crede, Io Deduco 

Il mio articolo "Armare gli Onesti" ha suscitato un post ed una certo numero di commenti da parte di una blogger, che contesta vementemente le mie affermazioni. In particolare lei afferma:

Ho invece argomentato contro l'idea che dietro quell'articolo ci sia una buona ragione, cioè che la diffusione delle armi aiuta a prevenire il crimine.
[...]
Che la criminalità diminuisca dove i cittadini si possono difendere non credo sia vero nel lungo periodo, quando alla fine le armi sono il pane quotidiano.

Credo.
C'é chi crede, ovvero forma le sue opinioni su una base fideistica. C'é invece chi cerca di formare le proprie opinioni sulla base dei fatti, e questi fatti (in inglese) danno un quadro diverso della situazione. Negli USA, dal 1994 ad oggi il numero stimato delle armi da fuoco possedute dai cittadini é cresciuto del 25% fino ad un totale di circa 81 milioni. Nello stesso periodo, il tasso (annuo, suppongo) di omicidi é calato del 42%, fino a 5.5 su 100 000 persone. Il Regno Unito invece ha proibito il possesso e porto di pistole nel 1996, ed il tasso di criminalitá é cresciuto stabilmente da allora (ed i criminali sono armati quanto se non piú di prima). Un rapporto della National Academy of Sciences non ha trovato nessuna correlazione fra le misure di controllo delle armi da fuoco ed una riduzione di crimine e violenza. Negli Stati degli USA che hanno introdotto il porto d'arma nascosta, non c'é stato alcun aumento di crimine e violenza. Uno studio indipendente ma mai screditato mostra che nessun cittadino con regolare porto d'armi é mai stato condannato per omicidio. Per finire, si stima che ogni anno almeno 83 000 americani usino un'arma da fuoco per difesa - senza necessariamente aprire il fuoco od uccidere il criminale.

Questi fatti non sembrano accordarsi molto bene con il modello "+Pistole = +Violenza", direi.

La mia polemista continua:

Ma anche se fosse, è un risultato ottenuto con i mezzi sbagliati: tocca alle forze dell'ordine combattere il crimine, e alle strutture sociali e ed educative di un paese prevenirlo.
Si potrebbero scrivere libri interi sulla filosofia che sta dietro a queste affermazioni - e che io non condivido. Ma dal punto di vista empirico si ha che questi sistemi non funzionano molto bene; ed in particolare falliscono quando nostante tutto si arriva al momento della veritá, quando criminale e (potenziale) vittima si trovano faccia a faccia.

Per finire, un dato tutto italiano che va contro l'altra ipotesi della "Lobby delle Armi", e pure quella delle "Pistole Assassine":
[...]Marotta e Buscemi rilevano la correlazione tra l'aumento dei morti per omicidio con armi da fuoco e lo sviluppo della produzione su scala industriale di tali armi, e l'ulteriore incremento delle percentuali di omicidi con armi da fuoco concomitante alla produzione e diffusione delle armi automatiche, nel 1937. Avvertono peraltro che: "All'aumento della produzione su scala industriale delle armi da fuoco -va sottolineato- non fa riscontro un corrispondente aumento dei morti per omicidio in assoluto. Il che significa, in altre parole, che l'istinto omicida in generale, e quindi la criminalità da esso generata, non subisce variazioni rispetto allo sviluppo tecnologico di tipo quantitativo, ma solo qualitativo"[...]

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